“Il Design è un gesto che rende quelli del uomo più piacevoli”
Vedo gli oggetti come prolungamento e complemento dell'uomo. Del suo corpo, della sua mente, del suo io cosciente e del suo subconscio. L'uomo è complesso, è fatto di una parte di rigore, di sensualità, di spontaneità, di sessualità e di fragilità. Ognuno di questi aspetti sono più o meno presenti in tutti noi in funzione delle circostanze. L’oggetto deve essere in piena sintonia con lo stato d'animo dell’ uomo al momento dell'uso o, meglio lo dovrebbe guidare verso un atteggiamento positivo.
Mi piace mantenere il rapporto razionale-irrazionale con loro. Il mio lavoro è proprio a cavallo su queste due tendenze. Sedurre l’inconscio del consumatore è probabilmente il ruolo più sottile e nobile Designer. Si tratta di dare al oggetto, un'anima, un'identità tematica che l'inconscio deve catturare senza sforzo. L'oggetto deve suggerire. Per evitare di diventare noioso, l'oggetto deve essere in grado di suggerire una storia o evocare emozioni. La materia quindi veicola un discorso più o meno complesso, il cui tema è basato sulle convinzioni dell'autore. Quando la materia diventa oggetto industriale, gli argomenti devono essere ancora più fluidi e convincenti e i rischi sono considerevoli.
Detto questo, la disciplina più pericoloso per un designer è quello di anticipare l'inconscio collettivo: un filo rosso che è in continua evoluzione per soddisfare le esperienze della società. Il design del prodotto è anche sempre il risultato del cogliere la filosofia dell'azienda con il designer in un dato momento. Ogni progetto è una interpretazione in forma grafica di questa filosofia in un determinato ambiente. È la spina dorsale dei miei pensieri, il filo della mia mente. Questo tipo di approccio, centrato su un tema forte e perfettamente interpretato concettualmente, è l'essenza di un progetto di qualità. Ogni progetto è il risultato della mia regola delle "tre R Francese": Rêve, Réflexion, et Réalisation cioè: Il sogno, la riflessione, e la realizzazione.